Firenze, 13 giugno 2001 |
Egregio Direttore
Direttore de "l'Unità"
Furio Colombo
Via dei Due Macelli 23/13
00187 Roma
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Egregio Direttore,
sono un ex attivista dei D.S., che
ultimamente, con disperata lucidità, ha votato per i Verdi.
La ragione della mia dolorosa decisione (che sono convinto
sia stata largamente condivisa) sta nella constatazione
della attuale assoluta incapacità dei D.S. di uscire dalla
evidente crisi. A mio avviso, tale situazione si è generata,
essenzialmente, per una delle seguenti cause oppure, probabilmente, per entrambe :
a. Un deficit di intelligenza politica ;
b. Una diabolica presunzione, riscontrabile a tutti i livelli, da quello delle Sezioni a quello della dirigen-
za nazionale. Tale atteggiamento mentale porta alla
convinzione di comprendere sempre tutto e quindi di
non aver alcun bisogno di ascoltare la gente.
In tempi certamente non sospetti, esattamente al tempo
del "caso Di Bella", che, rammenterà, ebbe una durevole e
profonda risonanza nazionale, avevo previsto che questa
vicenda avrebbe portato ad un grave insuccesso elettorale
dei D.S. .
Come mai le brillanti menti dei nostri intellettuali di
sinistra non riescono a liberarsi dalle complesse alchimie
politiche e a comprendere che spesso la realtà è meno complicata di quanto possiamo immaginare?
Come mai si è tentati di pensare che la deludente risposta della gente agli
incontestabili successi del governo di centro-sinistra dipenda dalla incapacità di comprensione delle masse? Per
caso, si vorrebbe mettere in dubbio la validità del regime
democratico? No, è invece probabile che la risposta a tali
interrogativi sia nelle sensazioni che io ho provato in occasione del "caso Di Bella"; e le mie sensazioni sono state
condivise da diverse centinaia di migliaia, forse da milioni
di persone, se si tengono in conto i risultati dei sondaggi
realizzati all'epoca. La stragrande maggioranza dei cittadini era solidale con il prof. Di Bella.
Ma, i comuni cittadini erano in grado di esprimere giudizi su fatti di natura scientifica? Ovviamente no, ma erano certamente in grado
di mettere a fuoco una situazione di per sé molto chiara :
da un lato una persona onesta che non mirava ad interessi
economici o di potere e dall'altro la folta schiera di accademici, che traggono grandissimi frutti dall'attuale stato
del settore. Riesce ad immaginare un quadro che meglio possa suscitare forti emozioni nella gente di buoni sentimenti?
è un quadretto da favola.
Qual è stata la posizione del Governo? Il ministro Bindi
assunse quale consigliere personale uno degli accademici in
questione. Quale è stata la posizione dei D.S.? Ipocritamente "neutrale". Nella realtà, si
ritenne opportuno disinteressarsi di quanto accadeva per non contrariare un settore
che, tradizionalmente (io non concordo affatto), si pensa
"di sinistra".
Sono d'accordo, nella massa troviamo molti sprovveduti,
ma anche moltissime persone in grado di capire quella semplice situazione e, giustamente, non disposte a perdonare
tanta insensibilità , relativamente ad un tema che tocca
tutti profondamente; non disposte, soprattutto, a perdonare
a persone sulle quali contavamo per veder realizzato il nostro atavico desiderio di buon costume politico.
Toccato dalla vicenda, ho denunciato le mie preoccupazioni
a livello locale. Inascoltato, ho scritto una lettera a
D'Alema (allego copia di una sua minuta, unitamente a quella
della sua cortese e vuota risposta); questo prima della storica ed inimmaginabile(?) sconfitta di Bologna. Attendevo
dai D.S. un qualunque segnale che mi restituisse speranza.
Il segnale, definitivo, è giunto in occasione delle prime
risultanze delle indagini della Procura di Torino sulla
"sperimentazione Di Bella": nessun mezzo di comunicazione
"di sinistra" ha avuto la minima reazione; il caso è stato
immediatamente trasferito a Firenze ed archiviato.
Siete ancora convinti che il sottoscritto e la impressionante marea di persone che non hanno più votato i D.S. siano
degli sprovveduti o degli affetti da labilità mentale?
Mi rendo conto di quanto possa esser difficile per persone
oneste, che vedono nella loro onestà il carattere distintivo
rispetto a tutti gli altri, ammettere un loro peccato di omissione, moralmente condannabile, ma, purtroppo, sono certo che
questa sia l'unica strada praticabile per recuperare il proprio elettorato: un atto di vero coraggio.
La saluto cordialmente
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( Alberto Acquaro )
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