Firenze, 20 luglio 2009 |
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È dall’ 1 gennaio 2005 (vedi lettere agli Italiani) che, sembra invano, vado dicendo, anzi urlando, sempre la stessa cosa: il male oscuro della Sinistra italiana ha un nome e un cognome, Massimo D’Alema.
Dopo quasi cinque anni, finalmente, Dario Franceschini, a Roma, il 16 luglio 2009, dice: «Dobbiamo dirlo: il centrosinistra ha colpe precise, non aver approvato una normativa sul conflitto di interessi quando era maggioranza dal 1996 al 2001, . . . .»
Meglio tardi, che mai, anche se in “leggero” ritardo rispetto a Berlusconi e i suoi amici, che da tempo avevano capito quale fosse il loro benefattore. Rammentate quando, in occasione della elezione del Presidente della Repubblica, Ferrara e Feltri tifavano per D’Alema? Io ho ancora impresse nella memoria le loro espressioni di forte delusione alla elezione di Napolitano.
Tutti lo avevano capito, i legittimi interessati no. Ed oggi, proprio quando il PD, avvilito, tenta di risalire la china, il nostro è ancora lì, dietro le quinte, ad “operare per il bene della Sinistra democratica italiana”.
Alberto Acquaro
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