Firenze, 8 febbraio 2005 |
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La semplicità è bella e sempre vincente |
Capita spesso che, volendo perseguire scopi di comodo o, comunque, predefiniti, si ricorra ad analisi molto complicate,
per "addetti ai lavori", nelle quali prevale il ruolo dell' astuzia. Se, al
contrario, si mira solamente a comprendere
una realtà, è sempre meglio rifuggire da schemi tipicamente "umani" e ricorrere a schemi naturali, enormemente più
semplici, tipici dell' intelligenza. In tal senso, gli schemi
matematici sono esemplari.
Vorrei, ad esempio, capire come mai la Sinistra non ha alcun problema nei confronti elettorali a livello di Regioni e di
Comuni e poi a livello nazionale rischia di perdere persino di fronte ad avversari improponibili. La semplicità ci
può aiutare a comprendere? forse, sì.
Il generico elettore vota una parte politica se capisce che per lui il farlo risulta conveniente,
cioè se si convince che essa sia adatta a rispondere alle sue aspirazioni, materiali o meno.
A livello non nazionale, sono diversi i motivi per cui la grande maggioranza degli
elettori sceglie la Sinistra.
In primo luogo, il problema è certamente più semplice (ad esempio, possiamo seguire meglio le strade percorse dal nostro
denaro); a ciò si aggiunge la lunga esperienza di governi "locali" (l'Italia è stata prevalentemente la "terra
delle cento città"). Generalmente, anche uno sprovveduto ha potuto realizzare (a livello genetico) che il
bene della sua città coincide con il suo bene.
Infine, in tempi recenti, gli elettori non accecati da pregiudizi di natura ideologica, hanno potuto constatare che,
in generale, le buone capacità amministrative e l'onestà sono caratteristiche più frequenti nell'ambito della Sinistra.
E' anche da dire che, a rendere comune tale opinione, hanno contribuito le oculate scelte dei candidati.
A livello nazionale, la situazione è completamente diversa. L'unità d'Italia,
voluta e profondamente sentita da una
élite, è fenomeno relativamente recente e il processo di identificazione nella nuova realtà è, per sua natura, molto
lento. Oggi possiamo dire che i ceti culturalmente più evoluti hanno conseguito tale identificazione, mentre esiste
ancora una maggioranza di Italiani che non sentono completamente di esserlo, che, in altri termini, non hanno il
"senso dello Stato" e non vedono nel bene di esso il proprio bene.
Occorre, certamente, far di tutto per aiutare tale
processo di maturazione, proponendo alla guida del Paese persone che abbiano uno spiccato senso dello Stato, cioè che
sentano tale incarico come un servizio e non come un semplice esercizio di potere.
Paradossalmente, forse, questo nostro ritardo, che oggi ci sta procurando disastri, nel futuro ci potrebbe tornare
utile: è possibile, infatti, che proprio per tal motivo, nel processo di integrazione europea, siamo e saremo
meno gelosi di altri nel delegare all'Europa nostri poteri nazionali.
Al fine di esemplificare, dirò del Partito dei DS, sia perché è il mio sia perché è quello che tiene la barra del timone
della Sinistra italiana.
A parte la sicura vittoria alle prossime Regionali, sicura per i motivi già detti, è probabile che la Sinistra vincerà
anche le prossime Politiche. Se questo accadrà, però, ciò sarà reso possibile solamente dai seguenti motivi :
1. Cinque anni di governo di Berlusconi hanno convinto (come aveva previsto
Montanelli) i più sprovveduti, quelli cioè che non hanno il pur minimo senso dello Stato, che votare l'attuale
Destra non conviene loro ;
2. il Pontefice ha pubblicamente espresso la sua
avversione al governo attuale (di questo parleremo meglio in un
prossimo messaggio) ;
3. Prodi è un autentico uomo di Stato, che ha già dato
prova certa delle sue capacità.
Ebbene, ai DS i conti non torneranno. Buona parte dei 3 milioni di elettori perduti alle ultime politiche non
tornerà all’ovile. Si tratta di persone di cultura medio-alta (alle quali guardano i giovani) , che, proprio
in quanto dotate di senso dello Stato, non ritengono l’attuale dirigenza del Partito adeguata all’incarico (pur
riconoscendo i meriti di Piero Fassino). Ciò costituisce un imperdonabile peccato, se pensiamo che i DS
possono vantare la militanza di
uomini come Antonio Bassolino e Walter Veltroni, uomini che hanno dimostrato, non a
chiacchiere, le loro capacità;
uomini che, certamente non vittime dell'ambizione, hanno rispettato in pieno il principio :
"La propria persona al servizio delle idee e non viceversa". In particolare, penso
a Bassolino che, a mio avviso, per profondità di
pensiero e per la conoscenza acquisita sulla "questione meridionale" (nostro problema prioritario), costituirebbe
la migliore opportunità a disposizione dell'intero Paese.
Per consuetudine acquisita, questo messaggio sarà registrato, a seguito degli altri, nel sito www.dante2000.it
( alla voce "Agli Italiani" e quindi a "Lettera all'On. Massimo D'Alema" ).
Con simpatia,
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Alberto Acquaro
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