Firenze, 15 dicembre 2005 |
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Per meglio intenderci, facciamo riferimento alla definizione di "astuzia" desunta dal dizionario
Devoto-Oli : "Disposizione innata e costante a volgere a proprio vantaggio situazioni ostili",
precisando che, forse, l’espressione "situazioni ostili" andrebbe sostituita con quella "ogni situazione",
in quanto la persona astuta è incline a intendere la vita solamente come competizione.
Forse sta proprio qui la differenza tra la persona astuta e la
persona intelligente. La prima si considera sola contro tutti, la seconda sente
di condividere l’esistenza con tutta la realtà che la circonda, propri simili compresi. Ad evitare possibili equivoci, va inoltre
precisato che anche la persona intelligente può adottare comportamenti astuti, ma, in tal caso, ciò accade in maniera occasionale
e non istintiva. In altri termini, la persona intelligente può comportarsi in maniera astuta, mentre la persona astuta non può
comportarsi in maniera intelligente.
Si perdoni questa nostra convinzione: "Le persone astute sono le più abili fra gli imbecilli
e quindi molto ammirate da questi, che non possono apprezzare l’intelligenza, in quanto non ne conoscono l’esistenza".
Allo scopo di meglio connotare le caratteristiche e le potenzialità delle persone astute, proviamo a dire di
alcuni comportamenti e atteggiamenti che, solitamente, sono logica conseguenza
della loro stessa natura.
Tendenza ad accumulare ricchezze e/o potere - Pur
non comprendendone il motivo, le persone astute sentono di non avere alcuna probabilità di sopravvivenza e attribuiscono al denaro e/o
al potere il massimo valore, sia per
affermare la loro esistenza che per acquisire il più efficace mezzo di sopraffazione del prossimo e, in generale, dell’ambiente.
Allo stesso tempo, la ricchezza, come anche il potere, soddisfa la loro vanità, in quanto provoca l’ammirazione
della grande massa degli imbecilli.
Avversione alle regole della civile convivenza - Naturalmente,
tutto ciò che è di ostacolo alla loro bramosia di ricchezza e/o di potere, alla voglia di sopraffare il prossimo, di derubarlo e di truffarlo,
risulta odioso alle persone astute, le quali, allorché la Giustizia si occupa di loro, dicono (e forse, anche, credono)
di essere vittime di complotti e di persecuzioni.
Ansia di potere e di protagonismo - E’ la loro naturale
reazione alla oscura, ma sempre presente, sensazione di valere poco.
Mancanza di lungimiranza - Le persone astute
"navigano a vista".
Mancanza di pudore - La volgarità del loro sentire non prevede il
pudore, che, al contrario, accompagna sempre i sentimenti profondi, che cercano l’altro da sé.
Una vita fatta di certezze - La persona astuta vive delle sue
squallide certezze, a cui crede, ed offre "certezze fasulle" alle sue vittime, le quali vanno contente
al sacrificio.
Ipocrisia - Ovviamente, allo scopo di rendere
efficaci i loro tentativi di sopraffazione, immancabilmente, esse mascherano i loro turpi interessi con gli scopi più nobili.
Ottima naturalezza nel mentire - Mentre una persona
onesta mente con imbarazzo e goffamente, la persona astuta lo fa con la massima naturalezza, tanto che le persone non attente o sprovvedute saranno portate a crederle.
Prime vittime della propria astuzia - Le persone astute, per definizione non intelligenti, non comprendono che l'astuzia alla lunga non paga, in quanto, fra le possibili vittime dei loro raggiri, sono le uniche persone che con certezza subiranno danno dalla loro stessa astuzia.
Il tasso di astuzia in una società è un parametro importante, in quanto può essere considerato come uno degli indici negativi della sua
evoluzione. Risulta, però, importante anche la sua "distribuzione" in funzione delle
varie attività nell’ambito della società stessa, similmente a un cancro, la
cui pericolosità dipende dall’organo nel quale attecchisce.
Ad esempio, nell’ambito di una famiglia, una persona astuta mina inevitabilmente
la sua unità. Il commerciante astuto mette in pericolo la ristretta
cerchia dei suoi clienti e la sua stessa attività, in quanto, prima o dopo,
verrà smascherato. Ma i più seri rischi per la società sorgono allorché
una persona astuta copre un ruolo pubblico, nel qual caso la sua influenza
negativa si estende a settori più ampi della popolazione; in particolare, se
ciò avviene nell’ambito dei mezzi di comunicazione di massa, gli effetti negativi
risultano devastanti.
Una persona astuta in un partito politico costituisce un grave elemento di
turbativa nella vita democratica di un paese; se, poi, essa è ai vertici
della sua gerarchia, i pericoli crescono a dismisura: in una democrazia
solida, porta alla rovina del partito, mentre in una democrazia debole,
può portare ad una dittatura. Quando, poi, addirittura il governo di un
paese è affidato a persone astute, avvengono i disastri (si pensi al debito
pubblico italiano e alla raccapricciante esperienza degli ultimi cinque anni,
della quale ancora non sappiamo ben valutare le conseguenze); i necessari controlli del rispetto delle regole di civile
convivenza vengono meno a tutti i livelli.
Infine, persone astute in una gerarchia ecclesiastica inducono, inevitabilmente,
un blocco della naturale crescita della coscienza dell’intera società.
Convinti di non aver drammatizzato più del necessario, pensiamo quindi che ognuno di noi, se
vuole conservare la propria dignità di cittadino, ha la responsabilità personale di fare
di tutto per impedire che il potere, ad ogni livello, venga conferito a persone astute.
Augurando serene festività,
Alberto Acquaro
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